“NEL SEGNO DI ‘QUO VADIS?’”

Presentazione del libro del Prof. J. Miziołek

I tempi di Nerone affascinarono Henryk Sienkiewicz (1846 – 1916) fin dalla sua giovinezza. Scrivendo al critico francese Boyer d’Agen, lo scrittore confessò: “L’idea del Quo vadis? mi venne leggendo gli Annali di Tacito, uno dei miei autori preferiti, e durante un prolungato soggiorno romano. Il famoso pittore polacco Siemiradzki, che allora abitava a Roma, mi faceva da guida per la Città Eterna e durante una delle nostre passeggiate mi mostrò la cappella del ‘Quo vadis?’. Fu allora [nel 1879] che ebbi l’idea di scrivere un romanzo ambientato in quel periodo storico, e in seguito potei realizzarla grazie alle mie conoscenze delle origini della Chiesa”. Solo tra il 1895 e il 1896, dopo altri soggiorni nell’Urbe, lo scrittore realizzò il progetto che gli valse infine il premio Nobel nel 1905 e la fama internazionale.

Il pittore Henryk Siemiradzki (1843 – 1902) non fece a Sienkiewicz solo da cicerone, ma lo ispirò anche con le sue opere – in particolare con Le torce di Nerone – esposte prima a Roma (1876), poi in tutta Europa. A sua volta Siemiradzki trasse dal romanzo di Sienkiewicz alcuni spunti per il suo dipinto Dirce cristiana.

Il volume del prof. Jerzy Miziołek Nel segno di Quo vadis? Roma ai tempi di Nerone e dei primi martiri nelle opere di Sienkiewicz, Siemiradzki, Styka e Smuglewicz (Erma di Bretschneider, 2017) è una sorta di dittico, dedicato innanzitutto a questi due grandi artisti. Il volume esplora però anche il rapporto dell’opera dello scrittore polacco con quella di altri artisti del tempo e la sua successiva fortuna . Ampio spazio è dedicato tra l’altro alle trasposizioni cinematografiche del romanzo. Se oggi Quo vadis? è noto a più, lo si deve soprattutto alle sue trasposizioni per il cinema e la televisione.

Jerzy Miziołek, professore ordinario presso l’Istituto di Archeologia dell’Università di Varsavia, insegna Comunicazione Visiva all’Università Umanistica di Varsavia. È autore di oltre 150 articoli e 12 libri, tra cui Soggetti classici sui cassoni fiorentini alla vigilia del Rinascimento (1996), Muse, bacchanti e centauri. La pittura pompeiana e la loro fortuna in Polonia (2010), The Villa of Pliny the Younger in an Eighteenth Century Vision (2016), curatore della raccolta di saggi Chopin e l’Italia (2015). Attualmente sta lavorando all’edizione critica della descrizione di Roma di August F. Moszyński del 1786 e a un libro su Francesco Smuglewicz, pittore polacco attivo a Roma tra il 1763 e il 1784.

Fonte: www.istitutopolacco.it